Durante la rassegna nazionale d’arte sacra grazie all’ASSOCIAZIONE
DOMUS ART
UN INEDITO DI MATTIA PRETI esposto al POLO “JUANA ROMANI”
Grazie
alla collaborazione del Circolo Artistico La Pallade Veliterna con
l’Associazione Domus Art, durante la rassegna nazionale d’arte sacra prevista
dall’ 8 Dicembre al 6 Gennaio nella sala Marcello De Rossi del Polo Espositivo
Juana Romani organizzata con il sostegno e il patrocinio del Comune di Velletri
Assessorato alla Cultura – dell’ Istituto d’Istruzione Superiore Cesare
Battisti – del Sodalizio dei Facchini di Santa Rosa e della prestigiosa
Galleria Vittoria di Via Margutta verrà esposta un’opera inedita del maestro
napoletano MATTIA PRETI che viene mostrata al pubblico per la prima volta. E’
motivo d’orgoglio per la rassegna esporre in esclusiva questo S.Agostino che
rappresenta un capitolo della storia dell’ arte italiana molto importante.
Mattia Preti nacque a Taverna,
in provincia di Catanzaro, piccolo centro della Sila catanzarese, ai margini
della scena culturalmente più viva del suo tempo. Il clima che vi si respirava
non doveva discostarsi troppo dalla rielaborazione in chiave locale degli
esempi del tardo manierismo meridionale, testimoniati dalla pittura di Giovanni Balducci, Giovanni Bernardino Azzolino e Fabrizio Santafede. Gli stimoli più rilevanti furono probabilmente di
altra natura. Preti nasce terzo di una numerosa stirpe appartenente al ceto
intermedio delle famiglie "onorate", non ricche di possedimenti o
beni materiali ma di "qualità morali e intellettuali", come rilevò
nel 1929 Alfonso Frangipane, il più tenace e assiduo ricercatore di documenti
pretiani, ricordando la separazione fra ceti elaborata nel 1605. La
madre, Innocenza Schipani, apparteneva ad una delle quattordici famiglie nobili
di Taverna, da tempo insediata nel borgo di San Martino, nella cui chiesa
parrocchiale possedeva una cappella gentilizia che ospitò il battesimo del
piccolo Mattia il 26 febbraio 1613,
due giorni dopo la nascita. Il suo precettore fu
don Marcello Anania, parroco della chiesa di Santa Barbara di Taverna,
che lo istruì «nella grammatica e nelle buone lettere, nel corso dei quali
studiò spinto da un genio naturale, solea copiare alcune stampe degli elementi
del disegno lasciate in casa da Gregorio suo fratello, allorch'ei partì per
Roma».Nel 1630 si trasferì a Roma,
dove abitò nei primi anni insieme al fratello maggiore Gregorio, anche lui
pittore e di una decina d'anni più grande. Conobbe le tecniche del Caravaggio e dei suoi seguaci, da cui fu fortemente
influenzato. A questo periodo risalgono gli affreschi di San Giovanni Calibita, di San Carlo ai Catinari e di Sant'Andrea della Valle in Roma.
Rimase a Roma per
quasi venticinque anni, ma si recò spesso in viaggio per l'Italia e
l'estero (Spagna e Fiandre soprattutto),
avendo contatti con i pittori emiliani della generazione precedente,
quali Guercino e Giovanni Lanfranco, che influenzarono ulteriormente la sua pittura.
Dal 1653 si trasferì a Napoli,
dove subirà l'influenza di un altro grande pittore più giovane, Luca Giordano.
Nella città partenopea il Preti contribuì a dare sviluppo alla scuola pittorica napoletana. Tra il 1657 e il 1659 affrescò le porte della città durante la peste; di
queste opere rimane oggi solo quella su porta San Gennaro.
Inoltre sulla volta di San Pietro a Majella dipinse la vita di San Pietro
Celestino e Santa Caterina d'Alessandria. Risalenti al suo
periodo napoletano, diverse altre furono le opere compiute dal Preti. Vi fu
infatti il Ritorno del figliol prodigo al Palazzo Reale e altre tele conservate in alcune chiese napoletane.
Nel 1661 l'artista
si trasferì a Malta,
chiamato dal Gran maestro dell'ordine di Malta Raphael
Cotoner. Sull'isola realizzò buona parte della decorazione
della Concattedrale di San Giovanni a La Valletta e
la Conversione di San Paolo, nella vecchia Cattedrale di San Paolo a Medina per
conto dei Cavalieri Ospitalieri, e altre opere per le varie chiese maltesi.
Secondo lo storico dell'arte Antonio Sergi, Mattia Preti avrebbe realizzato
a Malta un
totale di circa 400 opere tra tele e affreschi[].
Dal 1672 riesce
a realizzare numerose opere nelle chiese della sua città natale, Taverna.
Morì nel 1699 a La Valletta.
ALESSANDRO FILIPPI
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