Il centenario della nascita di Federico Fellini si
lega al ricordo del’ icona della “Dolce Vita” vissuta nel territorio dei
Castelli Romani scomparsa cinque anni orsono
ANITA EKBERG ha vissuto nel territorio dei
Castelli Romani
Chi
non ha mai visto le sequenze del celebre bagno nella Fontana di Trevi del film “La
Doce Vita” di Federico Fellini con Marcello Mastroianni e la splendida attrice
svedese Anita Ekberg che grazie a quella scena è entrata nella storia del
cinema italiano. Forse pochi sanno che “Anitona” come veniva affettuosamente
chiamata dal pubblico cinematografico è vissuta nel territorio dei castelli
romani precisamente tra Genzano e Rocca di Papa. Il centenario della nascita
del regista che l’ha resa famosa si lega al suo ricordo nel quinto anniversario
della sua scomparsa, avvenuta a Rocca di Papa l’ 11 Gennaio 2015. Tra i tanti
volti del grande cinema italiano che hanno abitato nel nostro territorio non
possiamo dimenticare colei che incarna un fenomeno di costume nato dopo il film
tra i cult del cinema italiano. Anita è nata in Svezia nel
1931 ed è cresce in una famiglia numerosa di otto fratelli.
Dopo aver vinto il titolo di Miss Svezia nel 1950, si trasferisce
negli Stati Uniti dove il produttore Howard Hughes la
introduce nel mondo del cinema e ottiene un ruolo minore in Viaggio al pianeta Venere (1953)
di Charles Lamont, con protagonisti Gianni e
Pinotto. Una parte più importante le viene assegnata accanto a Jerry Lewis e Dean Martin in Artisti e modelle (1955) di Frank Tashlin.
In questi anni Hollywood le assegna il soprannome The Iceberg.
Nel 1956 è
finalmente protagonista nell'ultimo film della coppia Lewis-Martin, Hollywood o morte!, diretta ancora da Frank Tashlin;
per questo ruolo vince un Golden Globe come miglior
attrice emergente.
Sempre nello stesso anno King Vidor le
affida una parte nel colossal Guerra e pace. Dopo aver girato
nel 1959 Nel segno di
Roma, diretto da Guido
Brignone, in cui veste i panni della regina Zenobia che
si ribella all'Impero Romano, la Ekberg è Sylvia nel
film che la rende subito una straordinaria icona, La dolce vita di Federico
Fellini (1960): la scena del bagno notturno nella Fontana di
Trevi diventerà un classico che entrerà per sempre nella storia
del cinema mondiale. Nel 1961 appare nei Mongoli di André De Toth e
in A porte chiuse di Dino Risi,
con il quale fu brevemente fidanzata.
Fellini
tornerà a dirigerla nello straordinario episodio Le tentazioni del
dottor Antonio in Boccaccio '70 (1962), dove la sua
provocante bellezza diventa un vero incubo per le notti del Dottor
Antonio, un petulante moralista interpretato da Peppino De Filippo, e nella parte di se stessa
in I clowns (1970) e Intervista (1987), quest'ultimo
insieme al suo partner di un tempo Marcello Mastroianni. Nel 1962 venne presa
in considerazione per il ruolo di Honey Ryder nel film Agente 007 - Licenza di uccidere di Terence Young,
poi assegnato ad Ursula Andress.
Nel 1963
l'attrice fece temporaneo ritorno ad Hollywood, dove recita in I 4 del Texas di Robert Aldrich,
accanto a Dean Martin, Frank Sinatra e Ursula
Andress; lo stesso anno affianca il comico Bob Hope in Chiamami Buana di Gordon
Douglas. Dalla seconda metà degli anni sessanta sposta
definitivamente la propria residenza in Italia e
lavora in svariate produzioni europee, ma poche degne di nota, come Poirot e il caso Amanda (1965)
di Frank Tashlin, Scusi, lei è favorevole o contrario? (1966)
di e con Alberto Sordi, Stazione luna (1966)
di Gordon Douglas, ove ritrovò Jerry Lewis, La sfinge d'oro di Luigi
Scattini (1967), Il cobra di Mario Sequi (1967), Sette volte
donna (1967) di Vittorio De
Sica e La morte bussa due volte (1969)
di Harald Philippe.
I suoi
film degli anni settanta sono da circoscrivere alla
categoria dei film di genere, come le commedie sexy Il debito coniugale (1970) di Franco Prosperi (1970), con Lando
Buzzanca, e Casa d'appuntamento (1972) di Ferdinando Merighi,
con Barbara Bouchet, lo spaghetti western La lunga cavalcata della vendetta (1972)
di Tanio Boccia, con Richard
Harrison, e il thriller Suor Omicidi (1979)
di Giulio Berruti.
Nel 1978 la sua copertina nella rivista maschile americana Playboy fece
storia, tanto da essere considerata tuttora uno dei servizi più memorabili del
giornale.
L'iconico
servizio a lei dedicato sul giornale la rende ancora più amata e seguita dal
pubblico americano.[2][3] Poco
dopo posa per una copertina di Playmen per
l'Italia, ove però appare visibilmente ingrassata. Passata rapidamente dai
ruoli di sex symbol a quelli di caratterista, negli anni ottanta la Ekberg
prende parte a film di vario genere ma di scarso successo commerciale,
quali S.H.E. la
volpe, il lupo e l'oca selvaggia (1980) di Robert Michael Lewis (il suo ultimo
film di produzione statunitense), Cicciabomba (1982)
di Umberto Lenzi, con Donatella
Rettore, Il conte Max (1991) di e
con Christian De Sica, Cattive
ragazze (1992) di Marina Ripa di Meana, con Eva Grimaldi, Bambola (1996) di Juan José Bigas Luna, con Valeria
Marini, Il nano rosso (1998) di Yvan Le Moine.
Nel 2002 appare
in due episodi della seconda stagione della serie tv di Canale 5 Il bello delle donne.
Il 5
novembre 2010 l'attrice
fece la sua ultima apparizione pubblica nella trasmissione televisiva I migliori
anni condotta da Carlo Conti, dove fu
ospite in occasione del cinquantesimo anniversario de La dolce vita (1960) e raccontò di come
venne realizzata la memorabile scena della Fontana di
Trevi. L'attrice si presentò in trasmissione zoppicante e sostenuta
da una stampella per i postumi di una caduta avvenuta il 20 luglio dello stesso
anno all'interno della sua villa a Genzano di
Roma, che le aveva provocato la frattura del femore sinistro dalla
quale si stava ristabilendo. Nel settembre del 2011, vicina al compimento
degli ottant'anni, le sue condizioni di salute peggiorarono: una frattura
all'altro femore, nonostante la buona riuscita dell'operazione, essendo ancora
debole per la precedente caduta, non le permise più di camminare e fu così che
l'attrice, sola e senza parenti, venne ricoverata in una clinica a lunga
degenza situata a Nemi,
dove ha vissuto per due anni, e in seguito trasferita a Rocca di Papa,
in cui è restata fino alla morte.
Poco dopo
il suo ricovero alla fine 2011 la sua villa viene svaligiata e successivamente
danneggiata da un incendio. In serie difficoltà economiche, chiese aiuto alla
Fondazione Fellini di Rimini che però non fu in grado di aiutarla. L'attrice
aveva anche chiesto di poter usufruire dei contributi della legge
Bacchelli, che le furono però negati in quanto cittadina straniera
(non aveva mai preso la cittadinanza italiana). Qualche mese più tardi riuscì
comunque ad ottenere due pensioni da parte degli Stati Uniti d'America, ove aveva lavorato
e risieduto per vari anni. Dopo oltre 3 anni complessivi di ricovero Anita
Ekberg muore la mattina dell'11 gennaio 2015, a 83 anni di età,
per le conseguenze di un cancro al
fegato che le era stato diagnosticato circa un anno prima.
Le esequie si sono tenute il 14 gennaio nella chiesa evangelica luterana di Roma.
La salma è stata poi cremata e le ceneri vennero collocate nel cimitero della
chiesa di Skanör in Svezia.
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